Un ricercatore di sicurezza si imbatte nei server compromessi di aziende tecnologiche di primo piano, e colpevole sarebbe la vulnerabilità in Bash. Yahoo ringrazia, ma spiega che in realtà il baco è un altro.
Roma - La crisi Shellshock si evolve sempre più in un problema di sicurezza concreto, con i primi server di alto profilo a cadere vittima di ignoti cyber-criminali impegnati a sfruttare la vulnerabilità in Bash già classificata come un problema molto più pericoloso dell'"apocalittico" baco Heartbleed.
L'allarme sulle (prime?) compromissioni certe di alto profilo a mezzo Shellshock arriva da Jonathan Hall, ex-hacker black hat ora convertitosi alla consulenza informatica che si è trovato davanti a una serie di "sondaggi" sui suoi sistemi provenienti da server compromessi.
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Fonte: punto-informatico.it