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Microsoft vs USA: vinta la causa per la privacy

La contesa legale tra Microsoft e il Dipartimento di Giustizia USA si è conclusa con la vittoria dell'azienda

microsoftStorica sentenza in materia di tutela della privacy. I giudici della Corte di Appello del Secondo Circuito statunitense hanno accolto le motivazioni di Microsoft e negato le richieste del Dipartimento di Giustizia americano, chiudendo così la diatriba iniziata a Dicembre 2013.

La storia è questa: il Dipartimento di Giustizia, incappato in un caso di traffico di droga, verso la fine del 2013 aveva richiesto alla multinazionale e ai giudici l'accesso ai dati dell'account Outlook.com del sospettato, dati che Microsoft aveva deciso di non concedere.

La motivazione alla base della decisione nasceva dal fatto che i dati dell'utente in questione non sono memorizzati in un server situato in territorio americano, ma in un database offshore, e più precisamente in Irlanda. Secondo Microsoft, permettere al governo americano di accedere a dati personali situati in un altro stato avrebbe creato un pericoloso precedente in materia di tutela della privacy degli utenti.

La tesi di Microsoft è stata condivisa dai giudici della Corte di Appello che, nella sentenza, hanno ribadito che il governo americano non ha la giurisdizione di costringere la casa di Redmond a violareil regolamento europeo sulla privacy, affermando l'inapplicabilità dello Store Communication Act (SCA) nel caso specifico.

Nella sentenza, infatti, si legge che lo Store Communication Act non può essere applicato al di fuori del territorio americano e, in questo caso, non può essere invocato per obbligare Microsoft a fornire i dati personali memorizzati all'esterno del territorio statunitense.

A seguito della sentenza, Microsoft ha dichiarato che, "se le persone in tutto il mondo devono avere fiducia nella tecnologia che utilizzano, allora hanno bisogno di confidare che le loro informazioni personali saranno protette dalle leggi della propria nazione."

La questione della tutela della privacy digitale è un argomento molto sensibile per gli utenti e ultimamente largamente discusso. E in questo caso, gli interessi in ballo erano molto alti: da una parte l'esigenza del governo americano di raccogliere i dati necessari in tempi brevissimi al fine di proseguire le indagini, dall'altra, la volontà di Microsoft di tutelare i propri utenti nei confronti di richieste d'accesso ai dati personali da parte di autorità estere.

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